sab

14

nov

2015

I pericoli oggettivi 






 

QUALI SONO I PERICOLI DELL'ACQUA "CHE SI MUOVE" ?



Oggi vogliamo analizzare le situazioni di pericolo che vengono a crearsi dallo scorrere dell’acqua presenti nei fiumi e corsi d'acqua naturali, ma che si ripropongono anche nei canali e nelle situazioni urbane in occasione di eventi alluvionali  e che hanno in comune le stesse caratteristiche e principi.

 

La formanatura e qualità degli ostacoli che si frappongono al libero fluire dell’acqua contribuiscono a determinare il grado di pericolositàOltretutto, LA FORZA DI GRAVITA' e LA QUANTITA' D'ACQUsono due fattori che tra di loro si moltiplicano.

 

 

COSA SUCCEDE QUANDO L'ACQUA SI MUOVE?

 

L'effetto principale, e spesso dimenticato, è la CORRENTE che "SPINGE" come spesso diciamo per darne l'idea precisa. Se l’ostacolo non viene superato né spostato, l’acqua sbatte, rimbalza e si genera un rigonfiamento definito CUSCINO. Le irregolarità del fondale danno luogo a componenti verticali della corrente definite ONDE

 

L’ONDA è caratterizzata da una CRESTA che si evidenzia con la sommità, ed un CAVO in corrispondenza della parte più bassa. Quando l’onda diventa troppo alta tende a cadere. Questa caduta (verso monte!) genera un movimento rotatorio perpendicolare al piano dell’acqua conosciuto come RICCIO. Troppo complesso? Basta pensare a ciò che succede nel cestello della lavatrice quando sta lavorando .

 

Quando la circolazione dell’acqua coinvolge anche la corrente profonda allora siamo in presenza di un RULLO.


VORTICI o GORGHI Quando due masse d’acqua con diversa direzione si incontrano, la zona di confine viene ad essere interessata da forze che generano un momento di rotazione della massa d’acqua, per effetto del quale l’acqua ruota questa volta parallelamente al piano dell’acqua con andamento spiraliforme e componente rivolta verso il basso.    


QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI QUESTE SITUAZIONI IDRODINAMICHE?


Vediamo di capire come questo scorrere dell'acqua sia in grado di generare dei pericoli e l’entità degli stessi per eventuali persone a nuoto e/o natanti.


Masso/manufatto

Se anteriormente vi è la presenza del cuscino, il pericolo principale è costituito dall’ impatto con l’ostacolo. 


Onda

Sono caratterizzate da un cavo ed una cresta, e per effetto delle componenti sopra citate, vi sarà un minore galleggiamento nel cavo, e, nel caso di un’imbarcazione, la perdita di controllo della stessa, con possibile ribaltamento.

 

Riccio

L’effetto “lavatrice” caratteristico di questa forma idrodinamica, costituisce un ostacolo alla navigazione. Solitamente un natante fermato dal ritorno della corrente molto spesso viene messo di traverso e le probabilità di ribaltamento aumentano in misura considerevole.


Rullo

Valgono le considerazioni precedentemente fatte a riguardo del riccio, con la differenza che in questo caso un eventuale nuotatore verrà maggiormente coinvolto nella circolazione della massa d’acqua, che come abbiamo visto precedentemente, coinvolge anche la corrente profonda.


La reazione a nuoto o con natante  è diversa anche a seconda del tipo di rullo :


Rullo aperto o rullo chiuso. La differenza sta nella traslazione laterale connessa all' effetto lavatrice. Nel caso di rullo chiuso questo spostamento converge verso il centro, mentre nel rullo aperto verso l’esterno. Bella differenza! 


Nicchia

Se il profilo dell’ostacolo parzialmente emerso è tale da offrire una resistenza limitata all’impatto della corrente allora vengono ad essere meno le componenti opposte alla corrente e verso l’alto tipiche del cuscino. In questo caso la componente della corrente è verso il basso con ovvie conseguenze per nuotatori e natanti.


Colino

Ramaglie trattenute da alberi, massi, manufatti. Cancellate, siepi, reti, e più in generale tutte le strutture fisse e di traverso rispetto alla corrente che costituiscono un filtro in grado di lasciar passare l’acqua, ma le cui maglie potrebbero essere troppo strette per un eventuale nuotatore e/o natante. Il pericolo principale è l’incastro. Alberi abbattuti, pilastri, putrelle e cavi di traverso ed a pelo d’acqua anche se non propriamente colini costituiscono un potenziale pericolo di incastro.


Sifone

Due o più ostacoli che si frappongono alla corrente, ma ne permettono il passaggio parziale. In ambiente naturale possiamo pensare a dei massi vicini tra loro. Difficilmente creano uno sbarramento impermeabile all’acqua che con la pressione esercitata dalla corrente cerca uno sfogo insinuandosi tra i meandri dei massi stessi.


Il risultato è che una parte della massa liquida attraversa gli ostacoli, ma non è certo che lo stesso possa essere superato a nuoto da una persona. Questo e' uno dei pericoli più insidiosi e poco riconoscibili poichè apparentemente l'acqua scorre fluida ma il passaggio sott'acqua , oltre alla dimensione, può anche essere parzialmente ostruito da tronchi o materiali aumentando così il grado di pericolosità.


In ambiente artificiale possiamo pensare ad un automezzo di traverso rispetto alla corrente. Un garage semi aperto nel quale penetra l’acqua e successivamente fuoriesce dalle finestre.


In generale possiamo affermare che ogniqualvolta vi è un restringimento della corrente, questa accelera (effetto Bernoulli, Venturi) e se il passaggio tra gli ostacoli non è sufficientemente ampio per lasciar passare un eventuale nuotatore o natante si potrebbe creare una pericolosa situazione di incastro, dagli esiti spesso funesti.


COME RICONOSCIAMO UN SIFONE?


Se la corrente impattando lo/gli ostacoli non crea a monte un “cuscino”  allora vi è un passaggio sommerso. Avendo anche la possibilità di vedere ciò che succede a valle, noteremo la mancanza della “morta” 



Altre  situazioni di pericolo sono costituite da manufatti costruiti dall'uomo quali sbarramenti artificiali, dighe , canali e rogge per produzione di energia elettrica o irrigazione. 


Avremo occasione di approfondire in un altro post anche questi pericoli:





 

 

 

 

gio

06

ago

2015

Il nuoto in fiume - seconda parte

 

Abbiamo descritto alcune strategie per affrontare il nuoto in fiume....ma

 

QUALE TECNICA UTILIZZARE?

 

Quella che riesce meglio! ... Battute a parte, la tecnica di ingresso in morta a vite fornisce una miglior capacità di penetrazione, fermo restando che dopo tre rivoluzioni riesce difficile conservare la lucidità.

 

 

Con correnti veloci, l’irregolarità del fondale sul quale scorre la massa d’acqua può generare delle onde. Il sollevamento della cresta dell’onda ne porta ad un innalzamento del baricentro finchè questa “cade” contro corrente generando un movimento rotatorio perpendicolare al piano dell’acqua (effetto simile a quello del cestello della lavatrice); si parla in tal caso di riccio o rullo di superfice e più in generale di ritorno.

 

Se ci si trova invece nella condizione di dover recuperare una persona in acqua corrente lo stile

nuoto indicato è il Crowl con la faccia fuori dall'acqua per vedere dove si sta andando e dove si trova la persona da soccorrere.


Il soccorritore deve cercare di mantenere il contatto visivo con il pericolante e controllare la presenza di eventuali ostacoli.


Nuotare in acqua mossa con la faccia in avanti è una situazione ad alto rischio. Non va dimenticato che il soccorritore deve essere vincolato ad una corda agganciata all'imbracatura dell'ausilio al galleggiamento/salvagente e tenuta da una o più ancore mobili (eventuali compagni).


La sinergia necessaria tra chi tiene la corda e colui che nuota è fondamentale per la buona riuscita dell’intervento, ma questo sarà argomento di un successivo intervento. 

 


Ciò che si vede nelle varie fiction tipo Baywatch nel quale la persona si getta tra i flutti per salvare il malcapitato di turno è molto efficace dal punto di vista emotivo  e probabilmente funziona in mare o lago, ma in presenza di corrente la situazione è molto diversa.

 

Il soccorritore è una persona dotata di mente e corpo che lavorano assieme ed utilizza le competenze acquisite attraverso la formazione e gli allenamenti periodici.

 

CONCLUSIONI



A completamento dell'argomento sulla manovra del nuoto in un fluido in movimento è importante trattare il fenomeno dell'ipotermia ed assideramento.

 

In un individuo normale la temperatura corporea varia tra i 36 e 37 gradi (Celsius) e l'organismo attua una serie di complesse risposte in funzione delle variazioni di quella ambientale.


La cosiddetta "termoregolazione efficiente" ha un range variabile dai 36 ai poco più di 40 gradi. Sopra i 40 gradi possono apparire sintomatologie legate al colpo di calore quali convulsioni e lesioni cerebrali; la termoregolazione è gravemente compromessa e sopra i 44 gradi si arriva al limite superiore di sopravvivenza.


Per contro, sotto i 35 gradi cominciano a comparire fenomeni quali ridotta capacità motoria, sensibilità e si riducono anche le facoltà mentali.


Continuando il processo di raffreddamento organico, tra i 34 e 29 gradi la termoregolazione viene compromessa fino ad arrivare al limite inferiore di sopravvivenza.
L’organo più sensibile alle variazioni termiche è il cervello ed ecco che in presenza di un abbassamento della temperatura corporea vi è una reazione fisiologica che tende a produrre calore da un lato e diminuirne le perdite dall’altro.

 

L’organismo scambia calore con l’ambiente circostante attraverso la cute che essendo irrorata di vasi sanguigni funge da “radiatore”.
Nel caso di contatto con l’acqua di temperatura inferiore a quella corporea, vi è uno scambio di calore legato alla conducibilità termica del fluido (intesa come capacità di trasportare il calore “estraendolo” dall’organismo) che è maggiore di quella dell’aria, per cui a parità di temperatura, un     corpo in acqua si raffredda più velocemente che in aria.
Non solo; pensando a come funziona il circuito di raffreddamento a liquido degli automezzi, l’acqua corrente estrae calore dall’organismo ancora più velocemente.
Tanto per avere un’idea del fenomeno, si pensi che a 10 gradi di temperatura dell’aria con una velocità di 20 km/h, la temperatura percepita si abbassa a 4 gradi (http://www.biketrainer.it/UserFiles/Image/2012/norme%20comportamentali/winterdresses.pdf).

 

Ecco che l’importanza di un adeguato abbigliamento protettivo termico assume un ruolo assai importante per il soccorritore fluviale.


 

sab

01

ago

2015

NUOTO in FIUME e ACQUA MOSSA

Posizione di Sicurezza in acqua mossa
Posizione di Sicurezza in acqua mossa

 

“Il nuoto è l'attività motoria che permette il galleggiamento e il moto del proprio corpo nell'acqua”
(http://it.wikipedia.org/wiki/Nuoto)

 

 

Quando trattiamo l’argomento dal punto di vista della sicurezza, dobbiamo distinguere innanzitutto due situazioni tra loro distinte che dipendono dall’indossare o meno un ausilio al galleggiamento/salvagente.


In questo articolo ci occuperemo di proporre delle tecniche per affrontare “l’acqua che si muove” indossando almeno un supporto per permettere di aumentare il galleggiamento, poiché il caso opposto si configura come una situazione che espone la persona ad un alto rischio per la propria incolumità.


Il corpo umano in acqua dolce ha una capacità di galleggiamento piuttosto limitata e molto spesso la velocità del liquido contribuisce a peggiorarlo, per cui essere trascinati dall’ acqua, in un fiume od in un centro urbano, si configura come una situazione estremamente pericolosa.

 

COSA SUCCEDE QUANDO L'ACQUA SI MUOVE?

Questa è materia che riguarda l’idrodinamica in cui la forza di gravità ed il Principio della libera diffusione delle acque, contribuiscono a spostare la massa fluida, generando una corrente caratterizzata da velocità e direzione.

 

Durante la sua corsa, l’acqua può colpire degli ostacoli i quali a seconda di come sono fatti, dove sono posizionati ed il materiale che li costituisce, intralciano parzialmente o totalmente la corrente.
Un sasso, un manufatto, degli alberi, un autoveicolo, etc., forniscono una reazione diversificata all’impatto della corrente ed è proprio la capacità di interpretare ciò che succede che può fornire ad un occhio esperto preziose indicazioni circa la pericolosità dell’ostacolo.

POSIZIONE DI SICUREZZA

Nel momento in cui ci si trova ad essere trascinati dalla corrente, è opportuno assumere la Posizione di Sicurezza che prevede il corpo disteso sul piano dell'acqua a faccia in su con le braccia distese per migliorare la stabilità laterale (una sorta di anti rotazione), i piedi tassativamente in superfice, e la testa che guarda dove si sta andando; le gambe forniscono una capacità ammortizzante nei riguardi di eventuali impatti contro gli ostacoli.

 

COME USCIRE DALLA CORRENTE?

Il principale obiettivo è cercare di uscire dalla corrente evitando gli ostacoli e usando il proprio corpo come un timone, ruotandolo sul piano orizzontale con un angolo marcato (superiore ai 45° rispetto all’asse della corrente) ed iniziando a nuotare a dorso creando la componente ideale che ne permette lo spostamento dalla parte verso la quale sono rivolte le spalle.  

 

Inutile e controproducente nuotare con vigore parallelamente alla direzione della corrente: si otterrebbe solo un rallentamento con grande dispendio energetico.

 

NOTA IMPORTANTE DA NON SOTTOVALUTARE: La tensione emotiva generata dalla situazione di rischio contribuisce in maniera importante al consumo calorico tanto più la percezione del rischio stesso aumenta (Paul Slovic, 1987).

 

Inoltre la termoregolazione, meccanismo con il quale il nostro corpo reagisce per mantenerne costante la temperatura, incide significativamente sul bilancio del consumo energetico.


Spesso all’inizio dei corsi di Salvamento in Acqua Mossa, quando si affrontano le prime prove di nuoto, il mix tra la tensione generata dall’affrontare una situazione nuova e l’acqua fredda, contribuiscono a ridurre l’autonomia e la resistenza fisica.  

 

Uscire dalla corrente significa raggiungere un’ area dove la velocità della massa d’acqua diminuisce. Per fermarsi, invece, bisogna portarsi in una zona di morta con cui si identifica un’area apparentemente ferma, immediatamente dietro ad un ostacolo parzialmente emerso e che ostacola la corrente. Pensiamo a ciò che accade dietro il parabrezza di una moto mentre si corre: viene annullata la percezione diretta della pressione dell’aria.

 

LE TECNICHE DI INGRESSO IN MORTA sono diversificate a seconda delle esigenze e, soprattutto, capacità del nuotatore.

 

INGRESSO IN MORTA IN PASSIVO  quando si continua a nuotare a dorso fino ad arrivare al punto desiderato.

 

INGRESSO IN MORTA A VITE alternando la bracciata a stile con una a dorso; la risultante sarà un movimento rotatorio parallelo al piano dell’acqua simile ad una sorta di vite.


COSA SUCCEDE QUANDO SI ARRIVA IN PROSSIMITA' DI UNA ZONA DI MORTA?
La testa viene fermata innescando una rotazione del corpo verso valle che se non compensata potrebbe portare alla spiacevole situazione di trovarsi con le gambe “a valle” ed il conseguente effetto di essere respinti; quindi diventa essenziale controllare ed eventualmente ripristinare la posizione del corpo rispetto alla corrente per permettere un corretto angolo di ingresso in morta.

 

Un’ altra strategia con la quale affrontare la manovra in oggetto, è passare dalla Posizione di Sicurezza a quella a Crowl, per essere ancor più propulsivi.

 

 

 

 

 

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lun

05

gen

2015

Buon Anno 2015!

Un nuovo Anno è arrivato e vogliamo Augurare a tutti voi un Buon 2015 positivo e ricco di soddisfazioni.

 

Il 2014 è stato un periodo molto intenso, ma di grandi gratificazioni nell’ambito della Formazione di alta specializzazione.

 

Infatti, dopo un lungo e faticoso percorso, lo standard RescueWildWater® è stato finalmente integrato nei Corsi della Regione Veneto dando così il riconoscimento ufficiale alla formazione di alta specializzazione nell’ambito della Sicurezza e del Soccorso in ambiente acquatico che dal 1998, quasi vent’anni, il nostro Centro di Formazione ha divulgato a numerosi Gruppi di Protezione Civile provenienti da tutto il Veneto e non solo.

 

Questo riconoscimento conferma quanto abbiamo sempre cercato di trasmettere con i  percorsi formativi RescueWildWater® che si distinguono per l’elevato standard di competenze, per l’aggiornamento continuo,  per le strategie didattiche innovative e all’avanguardia che assicurano ottime performance nel breve e lungo periodo.

 

Un Grazie anche a Voi che ci avete sostenuto e con cui vogliamo condividere questo importante traguardo! 

 

Il  2015, visti i presupposti dell’anno appena concluso, si apre con tanti programmi e novità:

     
Corsi di Assistant e Master RescueWildWater® o Corso Base e Avanzato, organizzati con il Centro di Formazione Regionale di Protezione Civile a partire dal mese di Marzo. 

     Troverete tutte le date dei Corsi sul sito a partire dalla prossima settimana!


Vanoi
Rapid Race – Manifestazione spettacolare di Kayak d’alto corso che si svolgerà dal 22 al 24 maggio sull’entusiasmante, e impegnativo, fiume Vanoi a Caoria e Canal San Bovo in Trentino. Stiamo cercando persone addette alla sicurezza e questa potrebbe essere anche l’occasione per mettere in pratica quanto appreso durante i corsi RescueWildWater®. Per maggiori informazioni potete contattare Milco al 3473767729.


Collaborazione con la Rivista 112 Emergencies  che ci ha riservato una Rubrica mensile in cui affronteremo i diversi temi relativi al settore del Soccorso fluviale.

 

Per ogni ulteriore informazione potete chiamarci allo 0424 99581.

 

Un cordiale saluto dal Gruppo Formatori e Tecnici di RescueWildWater®!