NUOTO in FIUME e ACQUA MOSSA

Posizione di Sicurezza in acqua mossa
Posizione di Sicurezza in acqua mossa

 

“Il nuoto è l'attività motoria che permette il galleggiamento e il moto del proprio corpo nell'acqua”
(http://it.wikipedia.org/wiki/Nuoto)

 

 

Quando trattiamo l’argomento dal punto di vista della sicurezza, dobbiamo distinguere innanzitutto due situazioni tra loro distinte che dipendono dall’indossare o meno un ausilio al galleggiamento/salvagente.


In questo articolo ci occuperemo di proporre delle tecniche per affrontare “l’acqua che si muove” indossando almeno un supporto per permettere di aumentare il galleggiamento, poiché il caso opposto si configura come una situazione che espone la persona ad un alto rischio per la propria incolumità.


Il corpo umano in acqua dolce ha una capacità di galleggiamento piuttosto limitata e molto spesso la velocità del liquido contribuisce a peggiorarlo, per cui essere trascinati dall’ acqua, in un fiume od in un centro urbano, si configura come una situazione estremamente pericolosa.

 

COSA SUCCEDE QUANDO L'ACQUA SI MUOVE?

Questa è materia che riguarda l’idrodinamica in cui la forza di gravità ed il Principio della libera diffusione delle acque, contribuiscono a spostare la massa fluida, generando una corrente caratterizzata da velocità e direzione.

 

Durante la sua corsa, l’acqua può colpire degli ostacoli i quali a seconda di come sono fatti, dove sono posizionati ed il materiale che li costituisce, intralciano parzialmente o totalmente la corrente.
Un sasso, un manufatto, degli alberi, un autoveicolo, etc., forniscono una reazione diversificata all’impatto della corrente ed è proprio la capacità di interpretare ciò che succede che può fornire ad un occhio esperto preziose indicazioni circa la pericolosità dell’ostacolo.

POSIZIONE DI SICUREZZA

Nel momento in cui ci si trova ad essere trascinati dalla corrente, è opportuno assumere la Posizione di Sicurezza che prevede il corpo disteso sul piano dell'acqua a faccia in su con le braccia distese per migliorare la stabilità laterale (una sorta di anti rotazione), i piedi tassativamente in superfice, e la testa che guarda dove si sta andando; le gambe forniscono una capacità ammortizzante nei riguardi di eventuali impatti contro gli ostacoli.

 

COME USCIRE DALLA CORRENTE?

Il principale obiettivo è cercare di uscire dalla corrente evitando gli ostacoli e usando il proprio corpo come un timone, ruotandolo sul piano orizzontale con un angolo marcato (superiore ai 45° rispetto all’asse della corrente) ed iniziando a nuotare a dorso creando la componente ideale che ne permette lo spostamento dalla parte verso la quale sono rivolte le spalle.  

 

Inutile e controproducente nuotare con vigore parallelamente alla direzione della corrente: si otterrebbe solo un rallentamento con grande dispendio energetico.

 

NOTA IMPORTANTE DA NON SOTTOVALUTARE: La tensione emotiva generata dalla situazione di rischio contribuisce in maniera importante al consumo calorico tanto più la percezione del rischio stesso aumenta (Paul Slovic, 1987).

 

Inoltre la termoregolazione, meccanismo con il quale il nostro corpo reagisce per mantenerne costante la temperatura, incide significativamente sul bilancio del consumo energetico.


Spesso all’inizio dei corsi di Salvamento in Acqua Mossa, quando si affrontano le prime prove di nuoto, il mix tra la tensione generata dall’affrontare una situazione nuova e l’acqua fredda, contribuiscono a ridurre l’autonomia e la resistenza fisica.  

 

Uscire dalla corrente significa raggiungere un’ area dove la velocità della massa d’acqua diminuisce. Per fermarsi, invece, bisogna portarsi in una zona di morta con cui si identifica un’area apparentemente ferma, immediatamente dietro ad un ostacolo parzialmente emerso e che ostacola la corrente. Pensiamo a ciò che accade dietro il parabrezza di una moto mentre si corre: viene annullata la percezione diretta della pressione dell’aria.

 

LE TECNICHE DI INGRESSO IN MORTA sono diversificate a seconda delle esigenze e, soprattutto, capacità del nuotatore.

 

INGRESSO IN MORTA IN PASSIVO  quando si continua a nuotare a dorso fino ad arrivare al punto desiderato.

 

INGRESSO IN MORTA A VITE alternando la bracciata a stile con una a dorso; la risultante sarà un movimento rotatorio parallelo al piano dell’acqua simile ad una sorta di vite.


COSA SUCCEDE QUANDO SI ARRIVA IN PROSSIMITA' DI UNA ZONA DI MORTA?
La testa viene fermata innescando una rotazione del corpo verso valle che se non compensata potrebbe portare alla spiacevole situazione di trovarsi con le gambe “a valle” ed il conseguente effetto di essere respinti; quindi diventa essenziale controllare ed eventualmente ripristinare la posizione del corpo rispetto alla corrente per permettere un corretto angolo di ingresso in morta.

 

Un’ altra strategia con la quale affrontare la manovra in oggetto, è passare dalla Posizione di Sicurezza a quella a Crowl, per essere ancor più propulsivi.

 

 

 

 

 

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