Abbiamo descritto alcune strategie per affrontare il nuoto in fiume....ma
QUALE TECNICA UTILIZZARE?
Quella che riesce meglio! ... Battute a parte, la tecnica di ingresso in morta a vite fornisce una miglior capacità di penetrazione, fermo restando che dopo tre rivoluzioni riesce difficile conservare la lucidità.
Con correnti veloci, l’irregolarità del fondale sul quale scorre la massa d’acqua può generare delle onde. Il sollevamento della cresta dell’onda ne porta ad un innalzamento del baricentro finchè questa “cade” contro corrente generando un movimento rotatorio perpendicolare al piano dell’acqua (effetto simile a quello del cestello della lavatrice); si parla in tal caso di riccio o rullo di superfice e più in generale di ritorno.
Se ci si trova invece nella condizione di dover recuperare una persona in acqua corrente lo stile
nuoto indicato è il Crowl con la faccia fuori dall'acqua per vedere dove si sta andando e dove si trova la persona da soccorrere.
Il soccorritore deve cercare di mantenere il contatto visivo con il pericolante e controllare la presenza di eventuali ostacoli.
Nuotare in acqua mossa con la faccia in avanti è una situazione ad alto rischio. Non va dimenticato che il soccorritore deve essere vincolato ad una corda agganciata all'imbracatura dell'ausilio al galleggiamento/salvagente e tenuta da una o più ancore mobili (eventuali compagni).
La sinergia necessaria tra chi tiene la corda e colui che nuota è fondamentale per la buona riuscita dell’intervento, ma questo sarà argomento di un successivo intervento.
Ciò che si vede nelle varie fiction tipo Baywatch nel quale la persona si getta tra i flutti per salvare il malcapitato di turno è molto efficace dal punto di vista
emotivo e probabilmente funziona in mare o lago, ma in presenza di corrente la situazione è molto diversa.
Il soccorritore è una persona dotata di mente e corpo che lavorano assieme ed utilizza le competenze acquisite attraverso la formazione e gli allenamenti periodici.
CONCLUSIONI
A completamento dell'argomento sulla manovra del nuoto in un fluido in movimento è importante trattare il fenomeno dell'ipotermia ed assideramento.
In un individuo normale la temperatura corporea varia tra i 36 e 37 gradi (Celsius) e l'organismo attua una serie di complesse risposte in funzione delle variazioni di quella ambientale.
La cosiddetta "termoregolazione efficiente" ha un range variabile dai 36 ai poco più di 40 gradi. Sopra i 40 gradi possono apparire sintomatologie legate al colpo di calore quali convulsioni e lesioni cerebrali; la termoregolazione è gravemente compromessa e sopra i 44 gradi si arriva al limite superiore di sopravvivenza.
Per contro, sotto i 35 gradi cominciano a comparire fenomeni quali ridotta capacità motoria, sensibilità e si riducono anche le facoltà mentali.
Continuando il processo di raffreddamento organico, tra i 34 e 29 gradi la termoregolazione viene compromessa fino ad arrivare al limite
inferiore di sopravvivenza.
L’organo più sensibile alle variazioni termiche è il cervello ed ecco che in presenza di un abbassamento della temperatura corporea vi è una reazione fisiologica che tende a produrre calore da un
lato e diminuirne le perdite dall’altro.
L’organismo scambia calore con l’ambiente circostante attraverso la cute che essendo irrorata di vasi sanguigni funge da “radiatore”.
Nel caso di contatto con l’acqua di temperatura inferiore a quella corporea, vi è uno scambio di calore legato alla conducibilità termica del fluido (intesa come capacità di trasportare il calore
“estraendolo” dall’organismo) che è maggiore di quella dell’aria, per cui a parità di temperatura, un corpo in acqua si raffredda più velocemente che in
aria.
Non solo; pensando a come funziona il circuito di raffreddamento a liquido degli automezzi, l’acqua corrente estrae calore dall’organismo ancora più velocemente.
Tanto per avere un’idea del fenomeno, si pensi che a 10 gradi di temperatura dell’aria con una velocità di 20 km/h, la temperatura percepita si abbassa a 4 gradi
(http://www.biketrainer.it/UserFiles/Image/2012/norme%20comportamentali/winterdresses.pdf).
Ecco che l’importanza di un adeguato abbigliamento protettivo termico assume un ruolo assai importante per il soccorritore fluviale.